Casalinghi di tutto il mondo, unitevi
1. superare insieme la «sindrome della massaia»
2. suddividere i compiti e le responsabilità in modo equo.
3. coinvolgere tutta la famiglia nei lavori domestici
4. affrontare il problema del congedo maternità / paternità
Il 60 per cento degli uomini non sì mette mai davanti ai fornelli
il 90 per cento non ha mai stirato una sola camicia in vita sua,
il 95 per cento non ha mai fatto una lavatrice.
La maggior parte difficilmente, di sua iniziativa, dà una mano in casa. Non c’è che dire;
ancora oggi gli uomini sono il sesso «pigro»… E le donne ne hanno le tasche piene.
C’è bisogno di una nuova suddivisione dei compiti tra i partner. Utopia? Assolutamente no.
Ecco perché a Pietrasanta (Lucca) è nata un’associazione Uomini Casalinghi
Di questa singolare iniziativa
Parliamo con il presidente e fondatore, Fiorenzo Bresciani. Come
è nata l’associazione “Uomini casalinghi?” L’associazione è nata per la
volontà (non so se dire per la necessità) di alcuni di noi di voler dar corpo ad un pensiero che da tempo ci motiva tutti, cioè l’esigenza di vivere la casa e le faccende domestiche come una realtà viva e vitale, fonte non di stress ma piuttosto di piacere. Il ruolo di maschi “serviti e riveriti” già da un po’ ci sembrava disdicevole, come penso succeda ormai a tanti
uomini, ma il sentirci in prima persona gratificati dal riscoprire la dimensione domestica è stato un passo in più che ci ha fatto decidere a fondare un’associazione basata su questi principi.
Chi sono gli uomini che vi si iscrivono?
Gli iscritti appartengono alle più varie categorie: la maggior parte sono sposati e solo alcuni, come me, si dedicano totalmente a questo; altri lo fanno con piacere di ritorno dal lavoro, altri sono single che hanno preso coscienza dell’importanza di provvedere da soli a tutte
le esigenze domestiche, altri sono uomini in pensione che hanno scoperto il piacere di
stare in casa . La cosa fondamentale per tutti è di considerare e faccende domestiche qualcosa di molto piacevole e per niente svilente della dignità maschile, come viene solitamente intesa.
Che cosa proponete agli uomini?
Di riscoprire il piacere che può dare l’essere partecipi in prima persona di attività che venivano considerate umilianti o poco dignitose per un vero maschio e di scoprire invece quanto l’essere inseriti in una ottica di accudimento sviluppi maggiormente gli attributi umani compresi quelli maschili. Anzi ci si accorge quanto non ci sia incompatibilità
fra questi due aspetti.
Cosa proponiamo agli uomini?
Semplicemente cerchiamo di comunicare loro che essere casalinghi può essere uno status sociale non inconciliabile con lo svolgimento di altre attività, anche perché davvero attualmente può considerarsi un privilegio potersi occupare completamente e a tempo pieno della casa. Quasi tutti i nostri associati si sentono coinvolti nelle attività domestiche pur svolgendo magari attività lavorative le più svariate. Il cambio sta nella visione del ruolo, che mentre prima era considerato svilente per noi adesso invece è fonte di orgoglio.
Quanti sono gli iscritti? E dov’è la sede dell’associazione?
Le iscrizioni sono in corso dato che l’associazione è veramente giovane, per cui per il momento si potrebbero fare solo delle stime parziali. La sede dell’associazione è per il momento solo in Toscana, poi in seguito vedremo.
Che eta’ hanno gli uomini che si iscrivono?
Per quanto riguarda l’età, si va dai venti ai settanta anni circa e questo ci fa molto piacere perché dimostra che è un messaggio indirizzato a tutti.