Ogni tanto si riaffacciano i maschi casalinghi organizzati. Hanno un’associazione dal 2003 e si battono per il riconoscimento del lavoro domestico svolto da uomini nelle politiche di sostegno alla famiglia.
Fare stime sul numero di uomini attratti dall’economia domestica non è semplice, in 22mila sono assicurati Inail contro gli infortuni domestici e per l’INPS potrebbero essere almeno il doppio a fare la scelta del lavoro casalingo.
Oggi si parla molto di fluidità dalle attribuzioni di genere e di nuovi mercati del lavoro, non è detto che “l’orgoglio casalingo” non possa diventare un fenomeno sociale molto più ampio, un po’ per contingenza un po’ per la caduta graduale del pregiudizio che esistano ambiti predefiniti nella suddivisione dei compiti in famiglia. La sintesi di tale filosofia è nel “manifesto” dell’Associazione Uomini Casalinghi che recita: le faccende domestiche siano una realtà viva e vitale, fonte di piacere e crescita e non di stress o di abuso della disponibilità femminile.
Di Gianluca Nicoletti
Fonte www-lastampa.it/cultuta