Gli uomini casalinghi: “Le famiglie si rovinano perché non collaboriamo in casa”

Sono boomer e tiktoker, hanno dai 20 ai 65 anni, tengono corsi di ‘stirologia’ ed ‘epistemologia del bucato’ o danno consigli sui social. Uomini che così rivendicano con orgoglio il loro essere capaci di gestire la casadi pulire o di preparare da mangiare. A loro modo portano avanti una piccola rivoluzione. Poiché contribuiscono a ridurre il divario di genere nelle faccende domestiche e a liberare le compagne o i compagni da eccessivi impegni e doveri. Ecco cosa raccontano i casalinghi d’Italia.

La casa è mia quindi la pulisco (anche) io’. Il motto degli uomini casalinghi potrebbe essere più o meno questo. Dentro c’è un mondo: quello del genere maschile che rivendica con fierezza il dovere e persino il piacere di occuparsi dei compiti domestici: dalla pulizia, alla cucina, alla cura dei figli. Un cambiamento radicale che vede il lavoro domestico non più come prerogativa esclusiva femminile o a carico di un membro solo della coppia. Ciò accade in una società, come quella italiana, dov’è presente tuttora una disparità tra il tempo che le donne dedicano alla cura della casa e dei figli e quello impiegato dagli uomini.

Il divario di genere nelle faccende domestiche

Non c’è paragone; il divario è ancora grande. Secondo un recente studio del 2020 de La voce, una donna che lavora a tempo pieno e ha figli da accudire dedica alla somma di lavoro retribuito, lavoro domestico e cura dei figli, circa 13 ore settimanali di ‘lavoro totale’. Una differenza nettamente superiore alla media europea, che ammonta a 11 ore. In termini di tempo è il 200 per cento in più rispetto ai partner. Ore consumate così e che potrebbero essere ridistribuite equamente per liberare il tempo, la moneta più preziosa della quotidianità. 

Chi sono gli uomini del ‘pride’ casalingo

casalinghi d’Italia guidano a loro modo una piccola grande rivoluzione. Costruiscono associazioni, guadagnano follower ed esibiscono una sorta di orgoglio per uno spazio prima precluso o rifiutato e ora rivendicato con fierezza. Non sono ‘casalinghi disperati’, non credono all’aura negativa e stereotipata che sta intorno ai lavori domestici, non rivendicano la bellezza dell’essere multitasking, se poi l’eccesso di lavoro porta le compagne o i compagni a un passo dall’esaurimento nervoso.

L’Associazione uomini casalinghi

Fiorenzo Bresciani, 65 anni, toscano, è presidente e fondatore dell’Associazione uomini casalinghi: 7mila iscritti, la nascita nel 2003. “Nel 2002 – racconta ad upday – avevo un’attività commerciale ma mi ero stancato di fare quella vita e decisi di cercare un nuovo lavoro. A 45 anni, mi trovai a casa e cominciai a collaborare per caso con mia moglie che in quegli anni si era appena laureata in Medicina dopo un un duro studio. La sostenni e cominciai a cucinare, stirare e fare quelle cose che non avevo mai fatto. Lei usciva la mattina e tornava la sera per lavoro e trovava la cena pronta e la casa pulita. Mi sono accorto che quella vita mi piaceva. Mia moglie lavorava e io stavo a casa”. 

Gli anni Duemila non erano tempi così maturi per creare un’associazione di uomini dedicata alla casa. Specialmente in un paese come Pietrasanta, provincia di Lucca, 28mila abitanti. “Al tempo ci vedevamo con gli amici e loro parlavano di calcio mentre io raccontavo delle lavatrici che dovevo comprare. Mi prendevano in giro, mi chiamavano ‘femminuccia’, alludevano alla mia presunta omosessualità, oppure pensavano fossi un po’ matto. Ma sono andato avanti e ho fondato l’Associazione. Oggi organizziamo corsi sulla gestione domestica e io sono docente di epistemologia del bucato stirologia; cioè mostro come stirare e come fare il bucato in maniera corretta. Sono appuntamenti molto seguiti e ci spostiamo in tutta Italia”. 

Chi sono gli associati? “Uomini che vogliono contribuire oppure, come avvenuto durante la pandemia, persone che magari hanno perso il lavoro e rimanendo a casa finiscono, magari anche forzatamente, per aiutare le loro partner. Rispetto a tanto tempo fa, però, gli uomini hanno capito che devono collaborare con le donne per il bene della famiglia e per stare insieme in armonia”. Bresciani poi ricorda: “Tante famiglie si guastano perché l’uomo non collabora e dà per scontato che sia la donna a farlo. Noi cerchiamo di far capire socialmente queste cose”. 

I tiktoker casalinghi: Matteo Alviani e Simone Sozzi

Matteo Alviani, 21 anni, romano, circa 540mila follower su TikTok (dov’è conosciuto come ‘il_dexter’) ha una tale confidenza con pulizia, ordine e cucina da poter svelare piccoli trucchi. Accorgimenti basati sulla conoscenza delle proprietà organolettiche dei prodotti o dei materiali, per vivere e mangiare meglio. La sua sapienza nasce infatti sui banchi di chimica: “Cercavo un modo per mettere in pratica le nozioni che studio all’università con una formula pragmatica. Pulire e cucinare mi sembravano aspetti da coinvolgere e da correlare allo studio della chimica”, racconta ad upday. “Ora sono io che ho preso in mano la casa e mi occupo di tutto al posto di mio papà. Sono un uomo casalingo, non solo un tiktoker casalingo”.

Simo_metteordine, quasi 70mila follower su TikTok e decine di video creati per spiegare come pulire e mettere in ordine tutti i giorni. Oltre il nickname, nella vita è Simone Sozzi, 36 anni, toscano. “L’idea dei video è nata durante il lockdown – racconta ad upday – un po’ per noia un po’ perché essendo un viaggiatore già insegnavo a mio fratello come far entrare tutto il necessario nella valigia salvando spazio e piegando per bene abiti e altri indumenti. Ho cominciato con un video dove mostravo come sistemare l’intimo e le persone hanno seguito con interesse. Da una parte non ci potevo credere, perché era fin troppo semplice come argomento”.

Il tono delle clip è giocoso ma non è stato tutto facile. Il binomio maschio-faccende domestiche scatena l’odio: “Mi hanno detto di tutto. Ma se mi chiamano ‘frocio’, ‘femminuccia’ o dicono che ‘è un lavoro da donne’ non la considero un’offesa e quindi non mi offendo. La figuraccia è di chi pronuncia questo genere di commenti”.

Ma alla fine tutto è partito da una donna, anzi da una mamma: “Ero un ragazzo disordinato con una madre che mi stava sempre addosso. Quando è morta ho capito cosa mi voleva insegnare cercando di coinvolgermi nelle faccende domestiche. Voleva dirmi che anche la sua stanchezza valeva, non ero stanco solo io, e che aveva bisogno di sostegno. Tornassi indietro l’aiuterei di più. Questo è il mio modo per ricordarla. Non ci devono essere ruoli. La coppia può essere fatta di due uomini o due donne, o di un uomo e una donna, ma bisogna avere rispetto e collaborare in casa”, conclude.

Fonte: https://news.upday.com/it/nel-mondo-degli-uomini-casalinghi-le-famiglie-si-rovinano-perche-non-collaboriamo-in-casa/

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