Il convegno per il ventennale del Moica.

li interventi di Giovanardi, di Formigoni e del vescovo Sanguineti Le casalinghe fuori dal ghetto Tina Leonzi: la sfida del riconoscimento della «lavoratrice familiare»

«Quando il nostro movimento nacque qualcuno disse che intendevamo ricacciare le donne nel ghetto della casa, ma ha dovuto ampiamente ricredersi», afferma Tina Leonzi. E non c’è che da darle ragione osservando le casalinghe venute da tutta Italia (molte anche da altri Paesi) che da giovedì stanno celebrando a Brescia il ventesimo compleanno del Moica, il Movimento italiano casalinghe nato proprio nella nostra città (ieri è stata la giornata centrale del convegno del ventennale). Nel chiostro d’ingresso dell’auditorium San Barnaba ci sono le fotografie degli incontri degli anni scorsi, i ritagli degli articoli dei giornali, i depliant che documentano la lunga attività che il Moica ricorda con legittimo orgoglio. E a porgere un saluto ai convegnisti rendendo così testimonianza di ciò che il movimento ha fatto e di quanto è cresciuto il suo ruolo nel Paese vengono un po’ tutti: il prefetto di Brescia Anna Maria Cancellieri, il presidente della Provincia Alberto Cavalli, il sindaco Paolo Corsini, il Vescovo mons. Giulio Sanguineti, il presidente della Regione Roberto Formigoni, l’on. Luigi Maninetti e molti altri ancora. In chiusura del convegno interviene anche Carlo Giovanardi, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Le donne in platea festeggiano con entusiasmo, applaudono le responsabili nazionali e locali del movimento, acclamano più volte la loro presidente nazionale Tina Leonzi, partecipano alla distribuzione di targhe e attestati, e alla premiazione del concorso internazionale di poesia, fotografia e pittura dedicato a «Immagine donna». Nel suo rapido saluto a nome del Governo il ministro Giovanardi sottolinea come il Paese stia assistendo alla «incredibile rivoluzione» nella società operata dalla donna: le ragazze mostrano la loro migliore riuscita rispetto ai maschi fin dalle scuole superiori; oggi troviamo donne nei carabinieri, negli alpini, nei paracadutisti; quest’anno ci saranno novemila ragazze impegnate nel Servizio civile volontario. Si parla di necessaria integrazione degli immigrati, dice ancora Giovanardi ricordando la legge appena approvata in materia: ma questo presuppone una valida società in cui integrarsi, una società che trovi nella famiglia il suo momento di coesione e che offra il necessario tessuto educativo per i giovani. Sull’importanza della famiglia insistono anche gli altri intervenuti, così come sulla necessità di riconoscimento per il lavoro nascosto della casalinga. È un lavoro invisibile al metro economico tradizionale che vede solo il lavoro produttivo sul mercato, dice il sindaco Corsini; dietro la casalinga c’è il benessere dei mariti e dei figli, sottolinea il prefetto Cancellieri; abbiamo bisogno di voi, dice alla platea il presidente Cavalli; va superata ogni marginalità della casalinga nelle questioni fiscali e previdenziali, afferma l’on. Maninetti toccando un altro punto scottante. Il Vescovo Sanguineti sottolinea da parte sua la prospettiva educante che il lavoro delle casalinghe mantiene. Il presidente della Lombardia Formigoni ricorda l’impegno della Regione per le donne (famiglia, casa, imprenditoria femminile). Tocca a Tina Leonzi, nella sua relazione, ricapitolare il cammino ventennale del Moica, «frutto maturo della seconda fase del femminismo», quando le donne abbandonarono la strada degli slogan e delle esasperazioni degli anni Settanta. E il risultato è che oggi appare storicamente bocciata l’indicazione categorica del lavoro esterno alla casa come unico mezzo di emancipazione femminile. E la sfida del futuro, dice la Leonzi, è quella di un nuovo ordinamento dello status della donna «lavoratrice familiare». Verso la fine della giornata interviene sul palco per un saluto anche l’uomo «casalingo»: è Fiorenzo Bresciani, di Pietrasanta, presidente dell’  Associazione uomini casalinghi; la moglie Dott.ssa Daniela Terigi lo ringrazia pubblicamente per il suo ruolo in famiglia. I tempi sono cambiati.

  Alberto Ottaviano

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