Casalinghi non disperati

«Su in soffitta, giù in cantina. Disfa i letti, vai in cucina. Lava i piatti. Il fuoco accendi. Poi lava, stira e stendi.»

Ma Cenerentola non abita più qui. Adesso è l’era dei «casalinghi», nel senso di uomini di casa, e tutt’altro che disperati: incontrare un uomo che cucini, stiri, faccia il bucato non è più un sogno irrealizzabile per molte donne ma una realtà.

Affermati, ambiziosi, poco più che quarantenni, sono i nuovi mariti e partner «indoor», che restano a casa per sostenere la professione di lei. E che scoprono che il mondo può girare anche in modo diverso: con le donne che continuano a lavorare fuori, e gli uomini che si occupano delle faccende domestiche senza sentire la loro virilità in pericolo. In Italia gli uomini che cercano di dedicare almeno parte del loro tempo alle faccende domestiche sono circa quattro milioni.

Alcuni di essi, circa quarantamila, hanno deciso di riunirsi per far sentire la propria voce e le proprie esigenze, e così quindici anni fa è nata l’Associazione Uomini Casalinghi.

Fiorenzo Bresciani è il presidente e il fondatore da quando un’estate ha pensato di lasciare la sua attività di commerciante e occuparsi della moglie, casa e figli. «In questi giorni per i padri divorziati – spiega Bresciani – siamo diventati una specie di SOS, loro devono occuparsi dei figli o della casa per la prima volta e non sanno come fare». Così basta una mail, una telefonata e si scopre come evitare intere lavatrici di un bel rosa confetto.

«L’Associazione aiuta gli uomini a stare più vicino alla famiglia» continua il fondatore. «Molti non aiutano in casa: quanti matrimoni si salverebbero se alla sera ci fosse sempre tutto stirato e la cena pronta . . . .». L’Associazione Uomini Casalinghi ci tiene a far sapere che nell’uomo esiste un’affinità domestica che deve essere riscoperta per riportare alla luce valori dimenticati, come la vita familiare invece dell’affannosa ricerca quotidiana del successo nel campo del lavoro. L’idea è quella di promuovere una nuova figura di uomo, dedito alle attività domestiche e a qualche lavoretto che gli consenta di coltivare i suoi interessi. Insomma tutto quello che le donne hanno sempre desiderato.

Compito dell’Associazione è di favorire questa nuova figura di «uomo delicato». Organizza, a tal proposito, corsi e incontri che servano ad insegnare i trucchi di un mestiere, per millenni solo prerogativa femminile. I membri del movimento possono così apprendere le tecniche per non fallire in cucina, e come curare la casa secondo metodi più adatti agli uomini. Ma cosa distingue un casalingo da un comune uomo che ogni tanto si cimenta a far da mangiare o a stirare le camice? Innanzitutto è bene non confondere il casalingo con l’uomo single, si tratta di due categorie ben distinte. Fare il casalingo vuol dire abbracciare una filosofia di vita prima sconosciuta agli uomini: riappropriarsi di quegli spazi finora negati e godere di un rapporto nuovo con le quattro mura. È bene sapere che i casalinghi sono soprattutto uomini sposati, per lo più mariti di donne manager che le sostituiscono in tutto e per tutto nelle faccende domestiche. È errato pensare che lavorano incessantemente tutto il giorno. Il casalingo riesce anche a trovare lo spazio per dedicarsi alle proprie passioni.

Uomini che restano a casa per favorire la carriera delle compagne ed occuparsi delle faccende domestiche. Arrivano segnali forti di una rivoluzione culturale: il futuro delle famiglie si trasforma. CASALINGHI NON DISPERATI e ai propri hobby, non rinuncia alle tanto amate partite di calcio o agli incontri con amici al bar. Vive quasi sempre al Nord, dove peraltro è maggiore il numero delle donne in carriera; la sua terra d’elezione è la Toscana, seguita dalla Liguria e dalla Lombardia. Anche se non vengono visti di buon occhio da tutti, per il momento gli uomini casalinghi possono gioire almeno dell’appoggio delle loro colleghe.

Il Moica (Movimento Italiano Casalinghe) ha dato la sua benedizione al circolo dei «re della casa». Le donne non si sentono minacciate dai rivali dell’altro sesso, anzi gioiscono del fatto che anche gli uomini comprendano quanto sia difficile, e allo stesso tempo gratificante, prendersi cura del proprio nido. Intanto l’Associazione si batte per ottenere un riconoscimento a tutti gli effetti, chiedendo la pensione, l’assicurazione per gli infortuni in casa e anche l’attestazione del ruolo di casalingo sulla carta di identità.

L’Associazione vuole essere molto più di un semplice club per uomini alle prese con il bucato, aspira a diventare una vera e propria piattaforma di tipo sindacale.

Certo non sarà un bucato a convincere la maggior parte dei mariti e delle mogli. «Il vero problema è il modello maschile, l’uomo che non deve chiedere mai (sennò non è abbastanza maschio), che gira in Ferrari. Noi stiamo cercando di modificare questo», aggiunge Bresciani. Compito non da poco, ma intanto il suo sito internet ha milleduecento visite al giorno e l’Associazione sta producendo un detersivo ecologico che costa poco – quattro euro per cinque chili – e anche una linea di prodotti per il corpo. Chissà come andrà a finire . . . .

Fonte: https://papers.xtremepape.rs/SQA/Italian/AH_Italian_all_2010.pdf

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