Il presidente: «Vogliamo dimostrare che i tempi sono veramente cambiati». Gli iscritti sono più di 5 mila
PIETRASANTA – Forse al primo congresso nazionale non ci saranno tutti gli iscritti, più di 5 mila, ma Fiorenzo Bresciani, 58 anni, versiliese, presidente e fondatore dell’Associazione italiana uomini casalinghi (sede a Pietrasanta) non ha dubbi: «Saremo tanti, da tutta in Italia e anche dall’Europa, per dibattere i nostri problemi e dimostrare che i tempi sono veramente cambiati». Il summit si svolgerà domenica 10 ottobre al palazzo dei congressi di Sanremo.
DATA SCARAMANTICA – Data scaramantica 10-10-10 e di grande auspicio scelta non a caso perché, dicono gli organizzatori, «tutti quei 10 sono sinonimo di augurio ed eccellenza e noi siamo uomini da 10 e lode». L’associazione è nata nel 2003 grazie all’intuizione di Bresciani, già commerciante e allora con moglie medico, che decise di dare una svolta alla propria vita. «Per quale motivo devono essere sempre le donne a stare a casa? Mi sono chiesto un giorno», racconta Bresciani. «Una domanda retorica, almeno per me. Così, in accordo con mia moglie, ho chiuso il negozio e ho iniziato a curare casa e famiglia con grande e impegno e amore». Certo, l’inizio non è stato facile. A Pietrasanta la gente mormorava, qualcuno pensava che Bresciani fosse diventato pazzo, i soliti benpensanti avevano da ridire contro questa rinuncia alla maschilità.
BBC – «Quando rinnovai la carta d’identità e dissi che ero casalingo l’impiegata voleva scrivere disoccupato», ricorda divertito Bresciani. Poi, piano piano, le cose sono cambiate. Grazie anche all’associazione che in poco tempo ha attirato più di 5 mila uomini. «Adesso pensiamo di aprire una sede a Londra e la Bbc ci ha già fatto un bel servizio televisivo», continua Bresciani. Ci sono anche simpatizzanti dai nomi celebri. Come Renzo Arbore, Marco Columbro, Gene Gnocchi, il macellaio poeta (e sposo novello) Dario Cecchini e persino lo scrittore Andrea Camilleri, grande conoscitore «dell’arte dello stirare». Non sono iscritti (per ora) però hanno dichiarato una certa propensione all’arte «donnesca», come la presentava una certa propaganda prima della guerra, e hanno capito che la divisione tra i sessi è un errore anche tra le mura domestiche.
CORSI – Il club degli uomini casalinghi organizza corsi di cucina, lezioni dal vivo e online su come fare il cambio di stagione negli armadi, pulire le moquette, stirare camicie complicate. E dispensa consigli su come acquistare elettrodomestici, usare padelle antiaderenti ed evitare il colesterolo, lavare un capo d’angora e tanto altro ancora. C’è anche chi, come Michele Polidori, è così bravo da essere diventato un casalingo professionista. Sta a casa, ma allo stesso tempo ha trovato un impiego, con grande successo, da un primario come casalingo-colf. Già, perché oggi sempre più spesso è difficile vivere con un solo stipendio. «È uno dei problemi che dibatteremo al convegno di Sanremo», spiega il presidente Bresciani, «e sono sempre meno le famiglie monoreddito. L’importante però è che anche in Italia la mentalità stia cambiando». I numeri danno la sensazione di una realtà ancora arretrata. Secondo l’Associazione il 70 per cento degli uomini non sì mette mai davanti ai fornelli, il 90% non ha mai stirato una camicia, il 95 per cento mai fatto una lavatrice. In Liguria i casalinghi faranno il punto della situazione e spiegheranno al mondo che stare nella nuova categoria è anche una scelta filosofica: «Significa essere persone moderne, libere, rispettose e tolleranti», dice Bresciani. «Che guardano al futuro anche con grembiuli e ramazze».
Marco Gasperetti
03 ottobre 2010
Corriere