Magazine –Associazione Italiana Uomini Casalinghi.
A leggerla questa sigla ci si immagina subito una burla, una birbonata alla “Amici miei”. Se poi si scopre che ha sede in toscana, la carica d’ironia sembrerebbe confermata. Basti richiamare alla mente il flm di Benigni Berlinguer ti voglio bene: “la donna, la donna, oh l’omo!”
Invece l’ è un’iniziativa serissima che conta circa 5800 iscritti di tutte le età, in Italia, ma anche all’estero (Spagna e Francia). Fondata tra compagni di merende nel 2003, oggi ha due nuclei forti: uno in Toscana, l’altro sembra strano a dirlo, a Catania in Sicilia, dove la Regione ha messo a disposizione persino un locale.
Della storia e delle recenti iniziative me ne parla il presidente Fiorenzo Bresciani, un tempo commerciante, facendo una pausa, ché «ero a pulire il giardino», mi spiega.
«L’idea è nata insieme a mia moglie, Caterina: è stata lei la prima a cui ho chiesto consiglio e sempre lei è stata a prendermi per mano perché la cosa si concretizzasse. Poi è stata la mia curiosità a guidare la mia esperienza e, l’incontro con alcune persone anziane, la via per recuperare tante notizie e consigli antichi». Oggi oltre a un molto aggiornato, a una newsletter settimanale, che punta a dare tutte le dritte per orientarsi nello shopping ma anche sui prodotti ecologici di pulizia e igiene per la casa, l’associazione ha sviluppato anche un master in Home Management che ha portato in giro per la penisola per circa due anni, e un programma TV da cui è nato anche un libro-manuale pubblicato da Sperling&Kupfer, Casalinghi e contenti.
Qualche anno fa per il rinnovo della sua carta d’identità, Bresciani si è trovato di fronte a una situazione paradossale. Davanti alla domanda “Professione?”, lui ha dichiarato con brillantezza e convizione: “Casalingo”, ma l’impiegata insistendo che tale professione non esisteva suggerì: “Disoccupato?” e Bresciani: “macché, in casa si è tutto fuorché disoccupati, metta casalingo, che è quello che faccio”. E così oggi è, anche se quel giorno ha dovuto rivolgersi al responsabile per vedere la sua dichiarazione messa nero su bianco.
In questi anni una delle attività di maggior successo lanciate dall’associazione, con il supporto della ditta Spontex, è stato il Master in Home Management. «Si svolgeva il sabato e la domenica e prevedeva un modulo teorico e uno pratico. Io sono stato docente di Stirologia e Epistemologia del bucato. Con noi c’era poi anche una psicologa che proponeva per un giorno il cambio di ruolo, per capire meglio e in profondità il lavoro svolto dal partner». Che è poi il nodo stesso dell’associazione, che punta sì a permettere all’uomo di occuparsi delle cose di casa, ma soprattutto vorrebbe sensibilizzare l’uomo alla mole di lavoro che la/le donna/e si sobbarcano quotidianamente. All’interno del Master era previsto anche «un personal trainer, lui insegnava a fare ginnastica a corpo libero nell’ambiente domestico sfruttandone le potenzialità, come per esempio l’esercizio per bicipiti e muscoli del petto con le bottiglie d’acqua o il bilanciere costruito con un manico di scopa e due sacchetti di patate…».
Nel frattempo il programma televisivo Casalinghi e contenti va in onda sul circuito Odeon TV e in particolare su RTV38 (in Toscana, parte della Liguria e del Lazio, Umbria, Marche e Molise).
Ma il mondo femminile come ha reagito? Le donne si sono sentite minacciate oppure vi hanno accolto abbastanza bene? «Quando nacque subito pensammo che le donne ci avrebbero dato una mano, invece abbiamo trovato un muro indistruttibile, forse perché loro ci vivevano come una minaccia e un’invasione nell’unico ambito fino ad allora indiscutibilmente di loro proprietà». Quello che colpisce è che fin da subito non si è trattato di un gruppo che si opponeva a un altro, ma piuttosto di un nuovo e moderno modo di concepire la suddivisione dei compiti nel focolare, nell’ottica di una par condicio pratica e reciprocamente soddisfacente. «Non volevamo togliere nessuno dal proprio ruolo. Per noi il senso della cosa deriva proprio da un guadarsi negli occhi con il/la proprio/a partner e imparare a gestirsi e a gestire la casa in armonia. Ora il mondo femminile comincia a capire, resta però una percentuale molto alta, specie tra le persone più intellettuali, di misogini e maschilisti. Per esempio Sgarbi è di un maschilismo che lo porta via, Costanzo invece ci ha dato un grande spazio. Certi uomini ci snobbano e cercano di portare avanti la loro ideologia, sostenendo che questo è un lavoro da donne. Però è un dispiacere». Un dispiacere davvero, ché se i maschi cominciassero a mettersi un po’ di più i panni delle femmine e viceversa, forse si ricomincerebbe a capirsi sulle cose più elementari, con giovamento della società tutta.
Ma quali sono i trucchi della Stirologia? E quelli dell’Epistemologia del bucato?
«Il primo è legato al lamento più comune: “che mal di schiema”. Per risolverlo basta un panchettino di 10 cm circa da metter a terra e su cui appoggiare ora l’uno ora l’altro piede dando un po’ di tregua alle gambe e riequilibrando la postura. Poi ci sono i consigli classici: stendere i panni nel modo giusto, non fare asciugare troppo il bucato… Il segreto del bucato è aggiungere bicarbonato di sodio nel detersivo che non solo aumenta le proprietà dei detersivi, ma agisce anche sulla durezza dell’acqua. Ne basta un cucchiaio». Proprio su questo tema Bresciani si appassiona perché all’interno dell’associazione è stata recuperata la formula della lisciva, ecologica al 100%, che viene autoprodotta e distribuita ai soci (5 kg per 3 euro).
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