Il Comune nega la professione di casalingo. Anche gli uomini, a volte, subiscono discriminazioni…
Essendo trascorsi cinque anni dall’ultimo rilascio della Carta d’identità, mi reco all’anagrafe della mia città, per il rinnovo del documento ormai scaduto.
Durante questo periodo erano cambiate molte cose nella mia vita. Avevo preso delle decisioni molto importanti, come quella di abbandonare il lavoro di commerciante e di dedicarmi completamente all’attività domestica, mentre mia moglie svolgeva la sua professione di medico.
Nel frattempo, visto che stando a casa si hanno meno distrazioni e più tempo per riflettere, avevo maturato l’idea di manifestare ad altri la passione per questa attività. E così, piano piano, era nata l’Associazione Uomini Casalinghi, che avevo fondato per unire quanti come me ritenevano le faccende domestiche un accrescimento e non uno svilimento dell’uomo moderno. Date queste premesse si può capire come alla voce “professione”, sul mio documento, dovesse comparire: “casalingo”.
Al momento della compilazione l’impiegata infatti mi chiede: «professione?» e io rispondo: «casalingo!»
Dopo un lungo silenzio e un’ indagine sul computer emerge che la voce non è contemplata perché è stato programmato solo “casalingA“.
La gentilissima impiegata allora consulta un collega e insieme cercano la soluzione. Ma non è facile perché quella dicitura proprio non esiste.
«Ma lei è proprio sicuro di non essere un disoccupato?», mi chiedono ancora stupefatti. «Perbacco, come posso considerarmi un disoccupato se lavoro dalla mattina alla sera? Lavorare fuori casa è considerata professione, mentre in casa è disoccupazione? Allora le casalinghe sono tutte delle disoccupate? La mia è una scelta precisa e desidero che sia riportata sul documento di identità!»
Ecco che i due impiegati si rimettono al lavoro mentre la fila dietro di me si fa sempre più immensa e insofferente. Ma la soluzione tarda ad arrivare. Alla fine, dopo aver coinvolto anche il capo ufficio decidono di intervenire direttamente sul computer apportando la modifica necessaria.
Adesso l’anagrafe della mia città contempla sul suo computer la voce “casalingO“, così non avremo più problemi sulle pari opportunità! Anche i maschi talvolta sono discriminati.
Fiorenzo