Sbarca in tv la rivoluzione dei «casalinghi»

Su «Mattinocinque» uno spazio per l’AsUC, l’associazione che aiuta o sostituisce le donne nei lavori domestici.

 Ora al gruppo si interessa anche la Rai. Il fondatore Fiorenzo Bresciani: «A sorpresa più soci al Centro Sud che al Nord»

■ Basta con la disparità fra i sessi, è ora di finirla con privilegi e ingiustizie: perché mai scope e piumini per spolverare, secchi e assi da stiro esclusivo appannaggio delle donne? È ora che se ne impossessino anche gli uomini, che possano finalmente anch’essi godere di quella gioia tutta particolare, quel fuoco intimo di soddisfazione che prova una donna quando in una stanza osserva i miracolosi risultati delle sue corvées domestiche. È questo lo spirito con cui Fiorenzo Bresciani – che malgrado il cognome è un toscano doc, di Pietrasanta in Versilia – una ventina d’anni fa decise di fondare un movimento per il riscatto non solo dei maschi, a torto considerati incapaci di maneggiare aspirapolvere e lavatrici, ma anche dei «mestieri» (come nel Nord chiamiamo le faccende di casa), altrettanto a torto relegati tra i lavori meno nobili. 

UOMINI CHE SE LA CAVANO DA SOLI NELLA CURA DELLA CASA

«Tanto più che oggi – ci dice questo energico cinquantasettenne – sono sempre più numerosi gli uomini costretti a cavarsela da soli nella cura della casa e di se stessi, dato il crescente fenomeno dei single per scelta o in seguito a fallimenti matrimoniali. E non tutti possono permettersi una colf, né questa può in poche ore settimanali sopperire a tutte le necessità.

Dunque, è l’ora di rimboccarsi le maniche e imparare a pulire, lavare, stirare. Scoprendo che le faccende domestiche possono essere un vero piacere

e contribuire all’autostima». Ciò spiega la fortuna del suo movimento, avviato quasi per scherzo fra pochi amici e che oggi, al motto di «Il governo del mondo alle donne, il rigoverno della casa agli uomini», annovera migliaia di militanti. Quanti di preciso? «Siamo ormai 5.300 iscritti all’AsUC,

l’Associazione uomini casalinghi in cui nel 2003 sfociò il nostro movimento e che presiedo, con sede a Pietrasanta ma con aderenti in tutta l’Italia. E continuiamo ad aumentare.

In Europa e in America ci sono associazioni analoghe, ma nessuna è dinamica e vitale come la nostra. I nostri iscritti non sono soltanto single imbranati e padri separati che quando ospitano i loro figli vanno in tilt; per il 55 per cento sono mariti desiderosi di scoprire una nuova dimensione della vita. Ci incontriamo in un visitatissimo sito Internet, in raduni, in master sulla cucina, sulla “stirologia”  o sulla lavatrice che per gli uomini è un oggetto misterioso e ostico, con i suoi programmi e detersivi diversi a seconda dei tessuti».

In quali zone d’Italia fate più reclute? «Nel Centro Sud. Strano, vero? Ci si aspetterebbe di trovare nel Nord

una maggiore disponibilità a rompere con i ruoli stabiliti per tradizione, invece avviene l’opposto. Il fatto è che nel Meridione l’istituzione familiare è più sentita e molti uomini, specie intorno ai 30-35 anni, si rendono conto che oggi perché la famiglia “tenga” è necessaria una collaborazione fra marito e moglie anche in questo campo. Nel Nord i ritmi sono convulsi, la casa è spesso un albergo di passaggio e, se gli uomini fanno le pulizie, è solo perché vi sono costretti: forse proprio perché la giornata lavorativa fuori casa è più lunga. Nel Centro Sud è più frequente che la “casalinghità” maschile sia una scelta spontanea, una spinta interiore». Una «vocazione» come quella che lei

sentì poco più che trentenne?

«Proprio così. In famiglia avevo avuto l’esempio di mio padre, che in seguito a una grave invalidità aveva dovuto lasciare il lavoro e per rendersi utile aveva preso in mano le redini della casa, mentre mia madre lavorava fuori. Decisi di fare altrettanto, perché mia moglie, un medico, aveva una vita frenetica: uno dei due doveva pur badare alla casa, fare in modo che rimanesse un piacevole, accogliente rifugio.

Smisi di fare il commerciante e passai a fornelli e lavandini. Non me ne sono mai pentito». Sua moglie che dice? «È contenta. Non tutte le donne reagiscono come lei. Qualcuna, nel condividere lo scettro del focolare col proprio compagno, teme di perdere importanza» Quali sono le vostre iniziative più recenti e i progetti in cantiere? «In progetto abbiamo un musical, già andato in scena a Livorno. Vorremmo portarlo in giro per l’Italia. Di iniziative ne abbiamo tante: ogni giovedì alle 9,35 abbiamo uno spazio in Mattino cinque di Canale 5, il programma di attualità condotto da Barbara D’Urso e Claudio Brachino. E ora ci ha chiamati anche la Rai. Inoltre abbiamo varato la domestic fitness o ginnastica domestica. È una campagna per rendere uomini e donne casalinghi consapevoli che spazzando, spolverando, lavando per terra compiono un esercizio fisico che fa consumare calorie: un uomo di 75 chili perde in media 146 kcal all’ora. Un beneficio che può essere potenziato compiendo, mentre si struscia e si sbatte, qualche piccolo esercizio supplementare

per schiena, collo, fianchi eccetera».

LE PULIZIE DOMESTICHE FANNO PERDERE CALORIE

Quali sono le faccende che fanno dimagrire di più? «Le pulizie domestiche generali, pari a 300 kcal in 90 minuti, e il lavaggio dei vetri, 250 kcal all’ora. Ma anche stirando non si scherza…». Perché il simbolo dell’Asuc è un ippocampo?

«Perché il cavalluccio marino maschio divide con la femmina l’allevamento della prole, “covando” le uova in una sorta di marsupio».

Quando le chiedono qual è la sua professione, cosa risponde? «Che sono un casalingo. Figuro così anche sulla carta d’identità. Non è stato facile ottenerlo, ma alla fine l’ho spuntata. Le donne si sentono quasi sminuite quando devono dire che fanno “solo” le casalinghe. Invece fare il casalingo o la casalinga è un lavoro essenziale e creativo. Hai visto mai?».

Maria Pia Forte

DOMENICA 1 MARZO 2009 L’ECO DI BERGAMO

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