Pochi giorni fa ho avuto il grande piacere di intervistare Fiorenzo Bresciani, Presidente e Fondatore dell’AsUC “Associazione Uomini Casalinghi”, una persona molto gentile e disponibile che mi ha illustrato le basi su cui poggia questa Associazione e, soprattutto, come l’uomo moderno stia crescendo e cambiando, ribaltando gli stereotipi che lo hanno accompagnato fino ad oggi
Signor Bresciani, quando e come ha deciso di fondare l’Associazione Uomini Casalinghi?
Quando mi ritirai dal mio lavoro e cominciai a fare il casalingo a tempo pieno ebbi modo di incontrare diversi uomini che condividevano la mia stessa esperienza. Riunendo le nostre forze non ci siamo più sentiti delle “mosche bianche”, e abbiamo capito che insieme avremmo potuto avere un peso sociale, mentre, rimanendo da soli, ognuno a casa sua, non si combinava nulla. Speriamo così di poter cambiare la mentalità maschilista che c’è ancora nel nostro Paese, rivalutando i valori della vita domestica.
Sul sito della vostra Associazione si possono trovare infiniti suggerimenti e consigli per uscire indenni dalle faccende domestiche, avete tra i vari obiettivi, quello di porvi come manuale di sopravvivenza per l’uomo moderno?
Il nostro manuale di sopravvivenza per l’uomo moderno è certamente mettersi in discussione con il propio ruolo, prendersi la responsabilità della famiglia ed essere in ascolto con la propria famiglia.
Al giorno d’oggi, pensare all’uomo casalingo lascia ancora qualche dubbio, ma forse, le più intimorite e restie all’idea di avere l’uomo immerso nelle faccende di casa sono proprio le donne, è cosi? L’uomo si sta veramente “emancipando”?
Pensare all’uomo casalingo fa sorridere, e non vedo il motivo, sopratutto il mondo femminile è restio, è come se la donna perdesse qualcosa di suo, vorrebbe che il suo uomo si prendesse la responsabilità della casa, ma poi esce fuori sempre e purtroppo un modello che la società (e i media dentro la società) continua a proporre. ovvero quello dell’uomo che non deve chiedere mai, un modello che non esiste più. Un’altra convinzione da abbattere è quella della rigida divisione dei ruoli tra uomo e donna (soprattutto all’interno della famiglia): ciò costituisce un grande impedimento per il cammino verso l’equità di genere.
Qual’è il vostro consiglio principale all’uomo di oggi?
Mettersi in discussione. In questo modo possiamo scambiarci delle opinioni e crescere insieme.
Qual’è l’obiettivo primario della vostra associazione?
Portare l’uomo a rendersi conto di quanto è importante la famiglia.
Avete riscontrato limiti e problematiche nel fondare la vostra associazione e, come si suol dire, “diffondere il verbo”?
Il problema è arrivato quando si dovevano diffondere le nostre idee, ma fortunamente con la presenza dei media (TV Radio) siamo riusciti ad entrare nelle case e sopratutto nella testa degli italiani.
Chi è l’uomo casalingo?
La scelta di fare anche le attività casalinghe, nasce da una sensibilità culturale che appartiene, storicamente, all’uomo come alla donna. Testimonia una crescita di qualità. L’uomo casalingo è cittadino del suo tempo: favorisce la donna nei ruoli sociali e vive il cambiamento della società.
Una delle vostre filosofie è che per l’uomo, l’essere inserito in un ottica di accudimento della casa, sviluppi maggiormente gli attributi umani, compresi quelli maschili. Credete quindi che in qualche modo, lo svolgere le faccende domestiche sia un prendersi cura della propria vita e della propria donna e che quindi renda l’uomo più virile, al contrario dei luoghi comuni che vedono questo genere di attività prettamente femminili?
L’uomo casalingo può fare i lavori che vengono tradizionalmente ritenuti “da donna” proprio perché non ha paure sulla sua identità. L’uomo casalingo ha un grande equilibrio e una grande armonia dentro di sé.
Pensate che dal punto di vista sentimentale, l’essere un uomo casalingo possa essere un punto di forza? Dica la verità, il vero obiettivo dell’uomo casalingo è quello di far si che la donna, libera dalle faccende domestiche, possa avere più energie e voglia di dedicarsi al suo uomo anzichè alla casa??
Condividere è un gesto d’amore rientra nel ruolo di ogni persona fare in modo che persona amata non subisca da sola il carico della famiglia che si è costruita insieme. Per un uomo occuparsi della propria casa significa prendersi cura della moglie e dei figli, è una manifestazione d’amore che trova nei gesti quotidiani la sua realizzazione.
La casa racchiude molti significati psicologici e emotivi, è il cuore della coppia, il posto in cui si costruisce la storia tra due persone, e intesa in questo senso la collaborazione domestica è un gesto d’amore che ciascuno fa nei confronti dell’altro, in cui non ci sono limiti, compiti predefìniti e costrizioni reciproche.
Negoziare è indice di una sana relazione, cooperare per un obiettivo condiviso e costruire qualcosa insieme per il bene comune sono modalità di funzionamento di una coppia in equilibrio.
Perchè un uomo dovrebbe iscriversi alla vostra associazione?
Coloro che si iscrivomo all’ associazione, sono uomini motivati nel voler dar corpo ad un pensiero che da tempo ci motiva tutti, cioè l’esigenza di vivere la casa e le faccende domestiche come una realtà viva e vitale, fonte non di stress, ma piuttosto di piacere.
Ringrazio nuovamente Fiorenzo Bresciani e l’AsUC per aver fornito queste delucidazioni in merito, sostiene questa Associazione e spero vivamente che certi preconcetti vengano un pò alla volta eliminati del tutto, permettendo ad entrambi i sessi di vivere casa e famiglia a 360°.