I trucchi del perfetto casalingo (possibilmente non disperato)

Un manuale dedicato agli uomini che, per dovere o per piacere, si trovano ad affrontare quotidianamente le faccende domestiche. Consiglio numero uno: mai trasformarsi in una donna di casa

Casalinghi Disperati? Più che altro scatenati, pronti a rivendicare la loro scelta in ogni occasione, come il manifestante che si è fatto notare durante la giornata di Bush a Roma lo scorso nove giugno, partecipando al corteo «contro» armato di cartelli fra cui quelli con i quali invitava il presidente degli Stati Uniti a ritirarsi in casa.

«Non come punizione ma come liberazione». Proclamava infatti: «Bush go home, vai a casa… insieme a Prodi, Berlusconi e tutti i maschi !?!». Un potenziale testimonial ideale per il compendio di suggerimenti dal titolo Casalingo & Contento (Manuale per sopravvivere alle faccende domestiche) (Sperling & Kupfer, 280 pagine, 14 euro), nato dall’esperienza e dagli esperimenti degli autori Fabrizio Diolaiuti e Maria Teresa Tironi, e la cui introduzione non poteva che essere di Fiorenzo Togliardi, da diversi anni presidente dell’AsUC, Associazione uomini casalinghi, che conta cinquemila iscritti. Uomini in prevalenza fra i 30 e i 50 anni, decisi a trasformare le attività domestiche in un’occasione di condivisione e di pari opportunità all’interno del nucleo familiare, e soprattutto ad «acquisire pienezza della propria identità», convinti che «la dimensione casalinga è un modo di essere che appartiene a ogni uomo: manager, professionista, operaio, impiegato, sportivo. Nel manuale non mancano i Vip casalinghi tra cui Alessandro Gassman, Marco Columbro, Renzo Arbore, Andrea Camilleri e tanti altri. Smessi i panni professionali, tutti gli uomini sono anche casalinghi, svolgendo all’interno della casa qualsiasi faccenda e investendo attenzioni ed energie nella cura dei propri figli». Le loro finalità sembrano dunque essere in ugual misura idealistiche e pratiche. Da un lato il desiderio di prestare la propria opera fra le pareti domestiche nel segno del buon senso, per affiancare mogli che nella maggior parte dei casi lavorano fuori e dentro casa, dall’altro il dover svolgere mansioni necessarie perché la dimora non venga travolta dal caos nei momenti in cui dal far parte di una famiglia si passa a essere separati, single, insomma costretti a sbrigarsela senza l’aiuto di una donna.

Il «manuale amico della casa» è soprattutto un prontuario d’uso per chi ha questa voglia di imparare, e per avvicinare ai gravosi e spesso ripetitivi compiti domestici con un approccio più creativo, che li renda per quanto possibile meno pesanti. Include il planning collaudato per i diversi compiti a seconda del tempo a disposizione, i consigli per un oculato uso dei detersivi – invitando a un recupero dei detergenti alla vecchia maniera, in nome dell’immancabile rispetto ambientale -, le ricette di cucina. Gli uomini vanno dunque anzitutto convinti che casalingo può essere bello e non svilente, e poi che forse in una relazione le cose possono funzionare meglio se a lavorare per il buon mantenimento della casa non è una sola persona, ma tutti quelli che la abitano.

Ma il maschio promosso dal signor Togliardi e dai suoi adepti, casalinghi per scelta e a tempo pieno, probabile sogno di ogni donna, esiste davvero? «Desidera ottenere gli stessi riconoscimenti pensionistici delle donne casalinghe, favorisce e sostiene l’espletamento di ruoli sociali da parte delle donne, sottraendosi al mito patriarcale della corsa al successo in campo lavorativo e sociale. Un maschio tenero e tranquillo capace di dialogare con le donne in un’ottica di ascolto reciproco». Senza arrivare a sognare tanto, o a chiedere al poveruomo di partecipare al «Corso di stirologia ed epistemologia del bucato» organizzato dal signor Togliardi, magari è già buon segno che sappia come non farsi travolgere dal disordine quando la moglie si assenta per qualche giorno, e che si mostri volenteroso quando lei c’è.

PAOLA vitali

www.ilgiornale.it

 

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