In Italia aumenta l’esercito dei casalinghi, uomini di tutte le età che per scelta o per necessità imparano l’arte delle faccende domestiche e scoprono una nuova vita. Ce l’ha raccontato Fiorenzo, presidente dell’ Associazione Uomini Casalinghi
Il bucato completamente rosa, il mal di schiena dopo ore passate attaccato al ferro da stiro, i manici delle pentole bruciati, la fila in Comune per spiegare all’addetta del rinnovo carte d’identità che lui non era disoccupato, bensì casalingo. Inizia così la storia di Fiorenzo, 63 anni, e alle spalle una vita prima da commerciante poi da casalingo convinto, così certo della sua nuova occupazione da essere diventato fondatore e presidente dell’Associazione Uomini Casalinghi.
«Per gran parte della mia vita ho lavorato nel mio negozio, la mattina uscivo per andare ad alzare la serranda, tornavo a casa a pranzo, poi di nuovo in negozio.
Era quella la mia quotidianità».
Alla soglia dei cinquant’anni Fiorenzo ha chiuso la sua attività commerciale e ha iniziato a trascorrere molto più tempo tra le mura domestiche, in attesa di una nuova occupazione, mentre sua moglie lavorava a tempo pieno in ospedale. La sua è una delle 200mila famiglie italiane, con figli e dove a lavorare fuori casa è la donna mentre l’uomo fa il casalingo.
«Per me è stata una vera rivoluzione, più mi occupavo di bucato, lavatrici, riordinare la camera da letto, pavimenti e insomma delle faccende domestiche che ogni giorno tutte le donne del mondo svolgono abitualmente, più mi appassionavo». Dopo i primi inconvenienti con il bucato e i fornelli, Fiorenzo ha deciso di documentarsi e studiare per diventare un casalingo da dieci e lode.
«Mi sono sentito finalmente manager di me stesso, potevo decidere a che ora stirare o fare la spesa. Ho comprato diversi testi di economia domestica e mi sono informato. Ci sono cose che si devono per forza imparare, come per esempio il funzionamento della lavatrice o anche piccoli trucchetti per affaticarsi meno durante le ore di lavoro». Fiorenzo dopo pochi mesi da casalingo ha fondato, nel 2003, a Pietrasanta «l’Associazione degli Uomini Casalinghi», che oggi riunisce più di duemila casalinghi di età compresa tra i 30 e i 60 anni.
Nella sua associazione non è semplicemente presidente ma è anche docente. «Sì, teniamo dei corsi di economia domestica, io sono specializzato in stirologia e epistemologia del bucato. Per esempio c’è un trucchetto di cui i casalinghi vanno entusiasti e consiste nel tenere un piccolo panchetto di legno sotto il piede destro o sinistro mentre si stira, così da spostare il proprio peso ed evitare brutti mal di schiena».
Per Fiorenzo la trasformazione da commerciante a casalingo è il coronamento di un sogno. «Lo dico senza esagerare, io e mia moglie abbiamo trovato il perfetto equilibrio. Quando lei rientra a casa trova la cena pronta, la mia specialità è il ragù che cucino per tre o quattro ore e io ho sempre il sorriso. Lei è felice di vedermi così entusiasta e io sono felice di sapere che lei sia realizzata nel suo lavoro. Sapere che gli uomini casalinghi in Italia sono in aumento mi rende felice, anche se spesso molti sono costretti a stare a casa per mancanza di una occupazione retribuita». Che sia forse il caso di riconoscere uno stipendio a casalinghe e casalinghi?
di Alessia Arcolaci
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