Ma anche in Italia i dati parlano di tendenza in crescita
In Inghilterra sono 62mila: si alzano presto la mattina, lavano, stirano, cucinano e badano ai figli. Sono i ‘mammi’ inglesi, quegli uomini che per scelta o costrizione ribaltano la divisione dei ruoli impostaci fin dalla notte dei tempi: le donne a badare alla casa e ai figli e l’uomo al lavoro. Nel 2015 però le cose sono decisamente diverse: gli ‘househusband’, secondo i dati statistici, sono passati dai 21.000 del 1996 ai 62.000 attuali. E i dati sono probabilmente falsati: oltre ai disoccupati e ai casalinghi per scelta, ci sono anche scrittori e artisti che lavorano da casa e si occupano comunque delle faccende domestiche.
Dunque in Inghilterra si sta assistendo, negli ultimi anni, ad una vera e propria inversione di tendenza: papà a casa e mamme fuori al lavoro fino a tardi.
Ma in Italia, paese tradizionalista (e diciamolo, un po’ sessista) per definizione? Forse i loro nonni si staranno rivoltando nella tomba, ma anche nel nostro paese ben 22.600 uomini pagano l’assicurazione all’Inail contro gli infortuni casalinghi. Secondo altre fonti, meno certificabili, i ‘mammi’ d’Italia sarebbero almeno 40mila.
Esiste un’associazione di settore, la AsUC (Associazione Uomini Casalinghi), che conta oltre 6mila iscritti e tutela i diritti degli uomini in grembiule. Fondata da Fiorenzo Bresciani, l’uomo che vanta di essere il primo in Italia ad avere sulla carta d’identità, alla voce professione, la scritta ‘casalingo’, l’AsUC organizza corsi di bucato e stirologia.
L’uomo italiano, abituato per secoli a ‘portare i pantaloni’, sta iniziando ad afferrare anche lo sbattitappeto: e forse aumenterà anche il suo appeal sulle donne, sedotte da serate a base di candeggio, ultime novità in fatto di tende e consigli sulla scuola dei bambini. Questo sì che significa condividere tutto!
di Francesca Di Belardino – funweek.it